Un defibrillatore è un dispositivo medico progettato per ripristinare il normale battito cardiaco in caso di aritmie cardiache come la fibrillazione ventricolare (FV) o la tachicardia ventricolare (TV). Queste condizioni possono portare a un battito cardiaco irregolare e inefficace, che può essere potenzialmente letale se non trattato rapidamente e adeguatamente.
Il defibrillatore funziona erogando una scarica di energia elettrica al cuore attraverso elettrodi posizionati sulla superficie del torace. Questa scarica elettrica è progettata per interrompere l’aritmia cardiaca e consentire al cuore di riprendere un ritmo normale ed efficace. I defibrillatori possono essere utilizzati in situazioni di emergenza, come l’arresto cardiaco improvviso, sia da operatori sanitari addestrati che da persone non professioniste grazie ai defibrillatori automatici (o semiautomatici) esterni che forniscono istruzioni vocali per l’uso durante l’emergenza.
L’uso tempestivo di un defibrillatore può aumentare significativamente le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco improvviso. Tuttavia, è importante notare che il defibrillatore è parte di un protocollo di emergenza più ampio che include anche la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e la chiamata ai servizi di emergenza.
Il defibrillatore è stato progettato per trattare principalmente due tipologie di aritmie gravi: la fibrillazione ventricolare (FV) e la tachicardia ventricolare (TV). Entrambe queste condizioni possono portare a un ritmo cardiaco pericolosamente veloce e inefficace.
Nel caso della fibrillazione ventricolare, l’aritmia che più frequentemente causa l’arresto cardiaco, i ventricoli del cuore presentano contrazioni disordinate e non coordinate, riducendo drasticamente la capacità del cuore di pompare sangue agli organi del nostro corpo in maniera efficace. Questa condizione può fare insorgere molto rapidamente un arresto cardiaco.
Nella tachicardia ventricolare, invece, i ventricoli del cuore battono a un ritmo eccessivamente veloce. Se non trattata correttamente e precocemente, la tachicardia ventricolare può evolvere in fibrillazione ventricolare e/o portare all’arresto cardiaco.
Il defibrillatore è in grado di somministrare una scarica elettrica controllata al paziente per interrompere queste due aritmie, permettendo al cuore di riprendere un battito cardiaco normale ed efficace. È importante notare come questo dispositivo non sia in grado di trattare altre forme di aritmie (come la fibrillazione atriale) per le quali possono essere utilizzati altri trattamenti o dispositivi medici.
Un defibrillatore è composto da diversi elementi che lavorano in sinergia per rilevare e correggere aritmie cardiache gravi quali la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare. Tali componenti sono:
Vediamo nel dettaglio la loro funzione.
L’utilizzo tempestivo del defibrillatore può salvare la vita in caso di arresto cardiaco improvviso. Le statistiche variano, ma si stima che l’utilizzo precoce del defibrillatore (entro i primi 3 minuti dall’insorgere dell’evento) possa aumentare significativamente (anche fino all’85%) le probabilità di sopravvivenza di una persona colpita da arresto cardiaco.
Le probabilità di successo dipendono da diversi fattori, tra cui:
Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, in Italia circa una persona su 1.000 viene colpita, ogni anno, da morte cardiaca improvvisa. I dati Istat, inoltre, riportano che nel nostro Paese l’arresto cardiaco uccide circa 60.000 persone ogni 365 giorni. Inoltre, su cento persone colpite da un attacco di cuore a causa di una fibrillazione ventricolare, un terzo di essi muore prima di raggiungere l’ospedale. In Italia, infatti, il tempo medio di intervento dei soccorsi si aggira intorno a 12-15 minuti, un tempo eccessivamente lungo in caso di arresto cardiaco.
Mediante la defibrillazione precoce, e quindi mediante una diffusione capillare dei defibrillatori DAE su tutto il territorio nazionale, sarebbe possibile triplicare il numero dei sopravvissuti, salvando ogni anno migliaia di vite.
Fonte dati: Camera dei Deputati
Esistono diverse tipologie di defibrillatori progettati per vari contesti e utilizzi che elenchiamo di seguito.
In conclusione, l’obiettivo comune di tutti i defibrillatori è quello di rilevare e trattare aritmie cardiache potenzialmente letali per ripristinare un ritmo cardiaco normale ed efficace.
Precisazione sull’utilizzo del termine “DAE”
Spesso e volentieri il termine “DAE” (Defibrillatore Automatico Esterno) viene utilizzato in modo più ampio per indicare sia i defibrillatori automatici che quelli semiautomatici esterni. Con il termine “Defibrillatore Semiautomatico Esterno”, invece, ci si riferisce esclusivamente a dispositivi in cui l’operatore deve intervenire manualmente per erogare la scarica elettrica.
In pratica, quando si fa riferimento a defibrillatori DAE in contesti di pronto soccorso o di utilizzo pubblico, spesso ci si riferisce impropriamente ai defibrillatori semiautomatici esterni. Tuttavia, è importante essere consapevoli della distinzione tra le due tipologie di dispositivi e comprendere le modalità di funzionamento specifiche del dispositivo che si sta utilizzando.
I Defibrillatori Automatici Esterni (DAE o AED) sono dispositivi medici progettati per fornire un intervento rapido in caso di arresto cardiaco improvviso. Questa tipologia di defibrillatori può essere adoperata da persone non addestrate in campo medico, consentendo a chiunque di rispondere prontamente ed efficacemente in caso di emergenza cardiaca.
Di seguito elenchiamo le caratteristiche e il funzionamento dei defibrillatori DAE.
I Defibrillatori Automatici Esterni (DAE o AED) sono progettati per essere utilizzati da persone non addestrate in campo medico, rendendo accessibile il loro utilizzo a una vasta gamma di individui. La facilità d’uso e l’automazione dei DAE sono finalizzate a consentire a chiunque, anche senza formazione medica specifica, di rispondere prontamente a un arresto cardiaco improvviso. Le persone che possono utilizzare un DAE includono:
In generale, i Defibrillatori Automatici Esterni sono stati progettati per essere utilizzati dalla maggior parte delle persone, anche per coloro che non hanno una formazione medica specifica.
La Legge 116 del 04/08/2021, infatti, ha allargato l’utilizzo dei defibrillatori DAE a “chiunque agisca in stato di necessità”, anche se non formato. Questo perché i modelli DAE automatici (o semiautomatici) sono particolarmente intuitivi da utilizzare. In questo senso, vengono depenalizzate le conseguenze connesse all’utilizzo di un defibrillatore.
Chi agisce in stato di necessità, quindi, non può diventare perseguibile per legge (articolo 54 del Codice Penale): “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.”
Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui l’utilizzo dei DAE potrebbe non essere raccomandato o potrebbe richiedere attenzioni particolari:
Tuttavia, è importante sottolineare che, in situazioni di emergenza, l’utilizzo dei DAE è prioritario rispetto a molte delle considerazioni sopra elencate. Pertanto, è consigliabile seguire sempre le istruzioni del dispositivo stesso e cercare assistenza medica professionale il prima possibile.
In Italia l’utilizzo dei Defibrillatori Automatici Esterni (DAE) è regolamentato dalla Legge n. 189 del 08/11/2012 e dalla Legge n. 116 del 04/08/2021.
L’obbligo di possedere un defibrillatore è previsto dalla legge italiana per determinate attività pubbliche e private espressamente indicate dalla Legge n. 189. In particolare, le società sportive professionistiche e le ASD (associazioni sportive dilettantistiche) sono state le prime ad essere interessate dall’obbligo di possedere un defibrillatore.
A partire dal 2012, partendo dal cosiddetto “Decreto Balduzzi” (Decreto-Legge 13/09/2012, n. 158, convertito in Legge 8/11/2012, n. 189), il legislatore ha fissato paletti ben precisi obbligando tutte le società sportive ad avere un defibrillatore DAE durante tutte le competizioni. Successivamente, mediante la Legge n. 116 del 04/08/2021, è stata imposta la presenza dei DAE anche durante gli allenamenti.
La legge 116, inoltre, ha sancito l’obbligatorietà dei defibrillatori anche per le Pubbliche Amministrazioni (intese sia come Enti Pubblici, anche locali, che scuole primarie, secondarie, dell’infanzia e università) che abbiano almeno 15 dipendenti e, in ogni caso, se aperte al pubblico.
Infine, questo riferimento normativo impone la presenza dei defibrillatori DAE anche negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, nei porti, sugli aerei, treni e navi che effettuano tratte con una percorrenza continuata, senza possibilità di fermate intermedie, di una durata di almeno 2 ore.
Per quanto riguarda i DAE in azienda, la legge non obbliga nessuna azienda privata di dotarsi di defibrillatori DAE, anche se sarebbe fortemente consigliata la loro presenza.
Per approfondimenti sulle normative:
https://www.emd112.it/blog/dae-e-cardioprotezione/decreto-balduzzi-e-legge-n-189-facciamo-chiarezza-sugli-obblighi-del-defibrillatore-per-le-societa-sportive/
https://www.emd112.it/blog/dae-e-cardioprotezione/decreto-16-marzo-2023-relativo-alla-legge-4-agosto-2021-n-116/
I Defibrillatori Semiautomatici Esterni (DSA) sono dispositivi medici progettati per fornire una scarica elettrica controllata in caso di aritmie gravi, come la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare. A differenza dei Defibrillatori Automatici Esterni (DAE), i DSA richiedono l’intervento manuale dell’operatore per l’erogazione della scarica elettrica.
Il funzionamento dei defibrillatori semiautomatici esterni è molto simile a quello dei defibrillatori completamente automatici. Una volta accesi, questi dispositivi salvavita iniziano a fornire all’operatore tutte le istruzioni necessarie ad un loro corretto utilizzo.
Innanzitutto, occorre collegare il defibrillatore al torace del paziente mediante un posizionamento corretto dei suoi elettrodi. A questo punto il dispositivo inizia in maniera automatica ad analizzare l’attività cardiaca del paziente rilevandone eventuali aritmie.
Qualora il defibrillatore rilevasse un’aritmia grave defibrillabile, indicherebbe al suo utilizzatore di premere il pulsante di scarica. Questa è l’unica differenza fra i defibrillatori semiautomatici e i defibrillatori automatici esterni: in questi ultimi non è necessario premere alcun pulsante per erogare lo shock elettrico al cuore, ma lo fa il dispositivo in maniera totalmente autonoma.
Dopo la scarica elettrica, anche i defibrillatori semiautomatici esterni, così come quelli completamente automatici, continuano a monitorare l’attività cardiaca del paziente per stabilire la necessità o meno di erogare un nuovo shock elettrico al cuore.
Relativamente all’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni, è importante notare che, almeno in Italia, le normative che regolamentano il loro impiego sono analoghe a quelle dei defibrillatori automatici esterni.
A questo link un articolo completo sui defibrillatori DAE e DSA: https://www.emd112.it/blog/guide/defibrillatore-come-funziona-e-come-si-usa/
I defibrillatori impiantabili o defibrillatori cardioverter impiantabili (ICD) sono dispositivi medici avanzati progettati per monitorare ed eventualmente correggere aritmie cardiache gravi. Questi dispositivi sono spesso utilizzati in pazienti con rischio elevato di arresto cardiaco improvviso o altre forme di aritmie ventricolari pericolose.
Questa tipologia di defibrillatori funziona monitorando costantemente l’attività elettrica del cuore attraverso elettrodi specificamente posizionati all’interno del cuore mediante operazione chirurgica. Questo monitoraggio continuo consente al dispositivo di rilevare rapidamente qualsiasi anomalia nel ritmo cardiaco (tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare). Qualora venisse rilevata un’aritmia grave, il defibrillatore impiantabile può erogare una scarica elettrica per interrompere l’aritmia e ripristinare un battito cardiaco normale ed efficace.
Oltre alla defibrillazione, gli ICD possono anche eseguire la cardioversione, che consiste nell’erogare una scarica elettrica sincronizzata per interrompere aritmie meno gravi.
Infine, i defibrillatori impiantabili possono anche essere utilizzati come pacemaker, fornendo stimoli elettrici per mantenere un ritmo cardiaco regolare in caso di bradicardia (frequenza cardiaca troppo bassa).
Gli ICD registrano e memorizzano informazioni dettagliate sull’attività cardiaca del paziente, inclusi gli episodi di aritmie e le terapie erogate. Inoltre, sono altamente programmabili per adattarsi alle esigenze specifiche del paziente.
I defibrillatori manuali sono dispositivi medici che consentono agli operatori sanitari di erogare scariche elettriche controllate per il trattamento di aritmie gravi, come la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare. A differenza dei defibrillatori automatici, i defibrillatori manuali richiedono l’intervento diretto di operatori qualificati per determinare quando erogare la scarica elettrica e per regolare i parametri della stessa.
Come accennato poc’anzi, i defibrillatori manuali sono stati progettati per regolare manualmente i parametri della scarica elettrica, inclusi il livello di energia e la durata della scarica, in base alle specifiche necessità del paziente.
Sono dotati di un monitor ECG che visualizza l’attività elettrica del cuore in tempo reale permettendo agli operatori sanitari di valutare il ritmo cardiaco del paziente e di prendere una decisione informata sulla necessità o meno di erogare uno shock elettrico al cuore.
Gli elettrodi di un defibrillatore manuale possono essere posizionati esternamente sul torace del paziente, ma in alcune situazioni, soprattutto in ambito ospedaliero, possono essere utilizzati anche elettrodi interni posizionati direttamente nel cuore.
Alcuni di essi, tra l’altro, hanno la capacità di fornire stimolazione elettrica (pacing) per trattare bradicardie o altre anomalie del ritmo cardiaco.
La maggior parte dei defibrillatori manuali registrano automaticamente gli eventi, consentendo agli operatori sanitari e ai medici di rivedere l’andamento dell’aritmia e l’efficacia delle terapie erogate.
Il display dei defibrillatori manuali fornisce informazioni cruciali, come l’ECG in tempo reale, i parametri della scarica elettrica e altri dati clinici del paziente a cui è stato collegato.
Poiché possono essere utilizzati esclusivamente da personale sanitario addestrato, sono impiegati in ambienti quali pronto soccorso, ambulanze e strutture sanitarie avanzate. L’utilizzo di defibrillatori manuali, infatti, richiede una formazione specifica e una competenza avanzata nell’interpretazione dell’ECG.
I defibrillatori sono dispositivi essenziali per la gestione delle emergenze cardiache, offrendo un intervento vitale per ripristinare un battito cardiaco normale ed efficace. Il costo di questi dispositivi può variare notevolmente in base alla tipologia del defibrillatore e alle funzionalità specifiche. Di seguito analizzeremo il costo medio di ogni singola tipologia di defibrillatore.
Il costo di un Defibrillatore Automatico Esterno (DAE) o di un Defibrillatore Semiautomatico (DSA) può variare notevolmente a seconda del modello, della marca, delle funzionalità e della provenienza.
I defibrillatori automatici esterni destinati ad un pubblico laico possono avere prezzi che vanno da qualche centinaio a diverse migliaia di euro. La variazione di prezzo dipende da diversi fattori, fra cui la marca, le caratteristiche aggiuntive (come la connettività Bluetooth o le indicazioni vocali avanzate), la durata della batteria, e altri fattori.
I defibrillatori semiautomatici esterni, che differiscono dai precedenti soltanto perché richiedono l’intervento manuale dell’operatore per erogare la scarica elettrica, hanno prezzi molto simili a quelli dei DAE.
Tuttavia, per valutare correttamente il costo di un defibrillatore, è importante considerare non solo il costo iniziale del dispositivo stesso, ma anche il costo delle spesse accessorie e di manutenzione:
Inoltre, il prezzo di un defibrillatore automatico o semiautomatico esterno può variare a seconda del fornitore, della regione geografica e delle promozioni in corso. È consigliabile rivolgersi a ditte specializzate nella vendita dei DAE (o DSA), contattare fornitori locali e ottenere preventivi specifici per soddisfare le specifiche esigenze legate al contesto in cui verrà utilizzato il dispositivo.
Per approfondimenti sul costo di un DAE: https://www.emd112.it/blog/news/costo-defibrillatore/
Il costo di un defibrillatore manuale può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui la marca, il modello, le caratteristiche specifiche e la regione geografica. I defibrillatori manuali sono dispositivi più avanzati rispetto ai Defibrillatori Automatici Esterni (DAE) o ai Defibrillatori Semiautomatici (DSA), e sono spesso utilizzati da professionisti medici in ambienti ospedalieri o di pronto soccorso avanzato.
Per questi motivi, i defibrillatori manuali possono avere prezzi che vanno da diverse migliaia a decine di migliaia di euro. La variazione di prezzo dipende dalle caratteristiche del dispositivo, come la presenza di monitor ECG, la capacità di erogare terapie più avanzate, la portabilità, e altri fattori. Difatti, alcuni modelli di defibrillatori manuali possono offrire funzionalità aggiuntive, come la cardioversione sincronizzata, la registrazione dettagliata degli eventi e l’integrazione con altri dispositivi medici, influenzando notevolmente il costo complessivo dell’apparecchio.
Anche in questo caso, oltre al costo iniziale, possono esserci spese aggiuntive per la loro manutenzione, per la sostituzione di elettrodi e batterie, e per l’aggiornamento del software.
Il costo di un defibrillatore impiantabile può variare da diverse migliaia a decine di migliaia di euro. Le caratteristiche del dispositivo possono influire in maniera tangibile sul prezzo complessivo dell’apparecchio stesso. Esse sono: il monitoraggio continuo del ritmo cardiaco, la capacità di erogare terapie avanzate, la telemetria remota e la durata della batteria.
Nel caso ci si trovi a dover soccorrere una persona colpita da arresto cardiaco, la procedura corretta da mettere in atto è la seguente:
Se il defibrillatore non fosse immediatamente disponibile (ma in arrivo), è opportuno iniziare a praticare velocemente le manovre RCP. Non appena il dispositivo salvavita sarà a disposizione, sarà necessario accenderlo e collegarlo al paziente, seguendo le istruzioni dispensate dall’apparecchio stesso.
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