Le provincie di Piacenza, Pisa, Orvieto, Monza e Brianza e Sanremo sono soltanto alcune delle realtà italiane dove sono stati avviati importanti progetti finalizzati alla collocazione sul territorio di postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico (PAD). A seguito della diffusione della defibrillazione precoce sul territorio e la formazione di un numero sempre maggiore di cittadini alle manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare RCP), il tasso di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco è passato da poco meno del 5% a oltre il 50%: questo significa aver ridotto di molte migliaia il numero dei decessi all’anno causati da arresto cardiaco sull’intero territorio italiano.
C’è ancora molto da fare, però, per diffondere sul territorio italiano la cultura della defibrillazione precoce e per informare adeguatamente i cittadini sull’importanza della conoscenza delle manovre di rianimazione cardio-polmonare.
Recentemente, le principali associazioni italiane impegnate nella lotta alla morte cardiaca improvvisa si sono riunite a Sanremo, durante la settimana dedicata al Festival, per consolidare le proprie iniziative e per coordinare le proprie attività in ambito laico con quelle svolte dai servizi d’emergenza in ambito sanitario.
La dura realtà è che in Italia le vittime di arresto cardiaco sono oltre 70.000 ogni anno e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, negli uffici pubblici, nelle strade, sul lavoro.
L’arresto cardiaco non dà segni premonitori e colpisce chiunque e dovunque. Il cuore smette di compiere la sua normale funzione di pompa, spesso a causa di una sopraggiunta aritmia chiamata fibrillazione ventricolare, e la persona cade a terra priva di vita. Se non si interviene entro i primi 5 minuti dall’arresto cardio-circolatorio somministrando una scarica elettrica al cuore attraverso l’utilizzo di un defibrillatore DAE semiautomatico esterno, le possibilità di salvezza per la persona colpita sono praticamente nulle.
È importante sottolineare che nessun servizio d’emergenza è in grado di intervenire in tempo utile. L’unica possibilità di salvezza in caso di arresto cardiaco è quella di avere subito a disposizione un defibrillatore DAE, accenderlo ed utilizzarlo sul paziente seguendo le istruzioni che l’apparecchio stesso offre al soccorritore.
Un progetto di defibrillazione pubblica prevede la collocazione di postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico sul territorio, sia in versione per interni che per esterni. Le postazioni per interni saranno composte dal dispositivo DAE, dalla teca di contenimento e dalla relativa segnaletica murale di segnalazione della postazione. Quelle per esterni, saranno personalizzate in funzione delle singole esigenze di collocazione, con armadietti ad apertura e temperatura controllata, pensiline e basi di supporto, sistemi automatici di chiamata e segnalazione ai servizi d’emergenza.
Attraverso la mappatura informatizzata delle postazioni e la registrazione dei cittadini addestrati alle manovre di rianimazione cardio-polmonare è possibile creare una rete di soccorso efficace e perfettamente integrata con i servizi d’emergenza già presenti sul territorio ed offrire la miglior terapia salvavita a chiunque venga colpito da un arresto cardiaco improvviso.
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