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Cagliari, ragazzo di 20 anni muore per arresto cardiaco durante una partita di calcio

Inutili le manovre di soccorso praticate prima dal padre e in seguito dai soccorritori del 118

Sant’Elia (Cagliari), un ragazzo di 20 anni è morto poco dopo la fine del primo tempo di una partita di calcetto.

La vittima è Andrea Musiu, calciatore dilettante cresciuto nelle giovanili del Cagliari.

Sabato 23 Luglio 2022, presso il campo del Vecchio Borgo Sant’Elia, l’arbitro aveva appena fischiato la fine del primo tempo. Il giovane calciatore ha avuto un malore e si è accasciato a terra davanti ai compagni di squadra, che hanno iniziato a urlare richiamando l’attenzione dei presenti per soccorrere Andrea.

Ad attivarsi immediatamente il padre, presente tra gli spettatori, che raggiunto il figlio e avviato le manovre di rianimazione cardio-polmonare, praticando il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.

In circa una decina di minuti è arrivata anche l’ambulanza del 118. I soccorritori hanno impiegato subito il defibrillatore erogando 4-5 scariche.

Ma il cuore di Andrea non è ripartito.

Pochi giorni fa avevamo pubblicato una news relativa allo studio sull’aumento di SADS e di decessi per arresto cardiaco improvviso sui campi di calcio.
La FIFA riporta infatti che in Europa si sono registrati +420% di morti per arresto cardiaco improvviso sui campi da gioco nel 2021, con circa 769 atleti colpiti.

Nell’arresto cardiaco improvviso il tempo utile per salvare una vita è di 10 minuti dall’insorgere dell’evento. Le possibilità di riuscita calano del 10% ogni minuto che passa.
Solo i primi 5 minuti sono quelli veramente utili per evitare l’insorgere di complicanze, spesso permanenti, date dall’ipossia celebrale, ovvero la mancanza di ossigeno.
E’ comunque importante precisare che in letteratura vi sono numerosi casi di RCP particolarmente lunghe, anche di 1-2 ore, prima dell’arrivo del DAE, che hanno portato al salvataggio della persona colpita da arresto cardiaco. In questi casi però, i soccorritori sono in genere professionisti sanitari o soccorritori preparati e formati, in grado di effettuare le manovre di soccorso in modo efficacie e di mantenerle tali nel tempo.

la legge 8 novembre 2012, n. 189, obbliga tutte le società e associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche a dotarsi di defibrillatore, di garantirne sempre il corretto mantenimento e la piena efficienza, ed anche di formare tramite appositi corsi BLSD e re-training periodici (ogni 24 mesi) il proprio staff, al fine di assicurare sempre la possibilità di un rapido intervento prima dell’arrivo dei soccorritori.

Questo perché difficilmente i soccorritori riescono a raggiungere il soggetto entro i 10 minuti utili.

Riportiamo queste informazioni affinchè possano essere utili anche ai media, al fine di descrivere nel modo più puntuale possibile eventi di questo tipo, indicando se sia stato applicato il defibrillatore (che deve essere presente e funzionante nel campo da gioco) prima dell’arrivo dei soccorritori, facendo inoltre attenzione a non confondere l’infarto con l’arresto cardiaco.

Maggiore sarà la diffusione della cultura nella cardioprotezione, la diffusione capillare dei defibrillatori e la preparazione del primo soccorso da parte del pubblico laico (non sanitario), maggiori saranno le possibilità di salvare delle vite. Con un rapido e efficacie intervento infatti, potremmo salvare il 70-80% delle persone colpite da arresto cardiaco improvviso.

 

Fonti:

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