Arresto cardiaco, morte improvvisa e defibrillazione precoce: tre concetti oggi più che mai legati tra loro in maniera indissolubile e sempre più all’attenzione quotidiana di tutti. Di fronte a un arresto cardiaco, il trattamento ottimale è infatti rappresentato da un’immediata rianimazione cardio-polmonare associata il prima possibile alla defibrillazione.
Dal 24 aprile 2013 un Decreto Ministeriale rende inoltre obbligatoria la presenza di un defibrillatore semiautomatico presso ogni società sportiva dilettantistica o professionistica.
Non è un caso se proprio il 27 gennaio i deputati Antimo Cesaro, Luciano Cimmino, Angelo Antonio D’agostino e Angelo Antonio Sottanelli di Scelta Civica per l’Italia, hanno presentato un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in merito all’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici (DAE) come dispositivi salvavita in luoghi pubblici.
“Ogni anno perdono la vita circa 60 mila persone, a volte anche adolescenti o bambini per arresto cardiocircolatorio. – sostengono i parlamentari – Senza una terapia d’urgenza solo il 5-10 per cento dei colpiti sopravvive all’arresto cardiaco improvviso. Tuttavia sono state raggiunte percentuali di sopravvivenza superiori al 50 per cento laddove sono stati implementati con successo programmi sull’uso del defibrillatore esterno automatico. Le percentuali possono aumentare ulteriormente se si interviene sul paziente entro tre minuti dall’arresto cardiaco. Il defibrillatore automatico esterno è una piccola attrezzatura salvavita che può salvare molte persone colpite da arresto cardiaco, una piccola macchina che non ha cifre esorbitanti, ma che purtroppo sembrerebbe essere finito nel dimenticatoio, pur trattandosi di una macchina molto semplice da usare”.
Soprattutto se si considera che il 70% degli arresti cardiaci avviene in presenza di testimoni, e che la defibrillazione precoce da parte dei passanti aumenta la sopravvivenza di 4 volte.
La morte cardiaca improvvisa è responsabile di più di 150 decessi al giorno, tanti quanti sono i passeggeri di un Boeing 737: la maggior parte di queste persone non sono cardiopatiche, né hanno fattori di rischio noti. Dati che dimostrano quanto sia sempre più necessario sollecitare e promuovere l’obbligatorietà di un defibrillatore non solo nei vari centri sportivi, ma anche in tutte “le scuole, università, uffici pubblici, centri commerciali, nonché in tutti quei luoghi pubblici dove vi è una grossa affluenza di persone”.