Che sia fondamentale la presenza di un defibrillatore in un impianto sportivo, sia privato che pubblico, è ormai assodato. Sta a noi adesso pretenderne l’installazione. Non possiamo assistere più a situazioni senza soluzione o fare sospiri di sollievo per un dramma sfiorato come in questo caso.
Campionati Regionali Master di nuoto nella piscina di via Filadelfia a Torino. Francesco Damiani si è sentito male ed è svenuto. Erano le 8,45 e lo sfortunato quarantaseienne umbro era appena uscito dalla vasca di riscaldamento per salutare alcuni amici e, proprio mentre conversava con loro, di colpo la luce si è spenta facendolo crollare a terra. Immediato il primo soccorso del medico della competizione e degli addetti alla gara, soprattutto di Loredana De Grandis e Cristina Cavallaro, entrambe volontarie in Croce Rossa, che hanno praticato il massaggio cardiaco a Damiani. Come troppo spesso succede negli impianti sportivi, infatti, l’ambulanza di servizio non aveva in dotazione un defibrillatore.
Soltanto con l’arrivo di una seconda ambulanza, venticinque minuti dopo la chiamata, si è riusciti a stabilizzare le condizioni del paziente e, una volta intubato, a trasportarlo all’ospedale Mauriziano dove è stato operato: un’occlusione coronarica risolta con l’applicazione di due stent.
Eppure una legge ben precisa esiste ma che purtroppo ha dato troppo tempo a disposizione per potersi mettere in regola.
Il Presidente Federnuoto Marco Sublimi che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, limitandosi ad affermare che «tutte le procedure di soccorso in una situazione di improvvisa emergenza si sono svolte nel migliore dei modi dal primo intervento sul posto al lavoro svolto dall’équipe chirurgica in sala operatoria».
Fraancamente come operatorio del settore cardioprotezione e soprattutto da cittadini responsabili, siamo stanchi di queste affermazioni di prassi
Damiani, grande appassionato di nuoto al punto da prendere parte anche ai Mondiali Master di Riccione di due anni fa, avrebbe dovuto gareggiare nei 200 misti e 400 stile libero. Invece, le tutte competizioni sono state sospese e rinviate come voluto dalle società interpellate dalla Federazione una volta terminate le operazioni di soccorso.
Fonte La Stampa