Pochi giorni fa, il quotidiano La Nazione ha pubblicato un’interessante intervista al Dottor Alessio Lubrani, direttore del 118 di Empoli. Argomento: l’arresto cardiaco. Nulla di nuovo. Concetti che, oramai, sono noti a molti, ma ripeterli non fa mai male.
Innanzitutto, è stato spiegato come il tempo, in questi casi, sia sinonimo di vita. E come il soccorso e, prima ancora, l’autosoccorso diventino gli unici strumenti efficaci per l’implacabile conto alla rovescia verso la morte.
“Se si dovesse verificare un arresto cardiaco, per ogni minuto che passa si perde il 10% di chance di sopravvivenza del paziente” – ha spiegato Lubrani.
Poi ha continuato, incalzato dalla giornalista Samanta Panelli: “L’arresto cardiaco è la principale causa di morte nell’adulto. Si parla di una vittima ogni 1000 abitanti l’anno: numeri spaventosi”.
“Può colpire chiunque e in maniera improvvisa, anche se ci sono dei fattori clinici che possono rendere un soggetto più a rischio di un altro. In ogni caso, nessuno ne è immune”.
Al Dottor Lubrani, poi, è stato chiesto quali siano i sintomi premonitori.
“Non sempre si presentano, ma il campanello d’allarme più probabile è il dolore toracico. Come un masso che preme sul torace. Bisogna sempre chiamare il 118” – ha spiegato.
In caso di arresto cardiaco, infatti, “cuore e cervello non ricevono né sangue né ossigeno”. Pertanto, “è necessario intervenire entro pochissimi minuti. Determinanti, in queste circostanze, sono il massaggio cardiaco e la defibrillazione precoce. Si tratta di manovre che possono essere effettuate da chiunque abbia seguito un corso di formazione BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation). Perché per intercettare l’arresto cardiaco, la giusta strategia è potenziare l’autosoccorso, facendo formazione”.
Poi ha aggiunto: “L’attività di formazione sul primo soccorso e sull’utilizzo del defibrillatore non si interrompe mai. Nell’area del 118 di Empoli, ad esempio, abbiamo un rapporto di una persona formata ogni cento abitanti”.
“Per formata intendo, per l’appunto, una persona abilitata a utilizzare un DAE (Defibrillatore Automatico Esterno). Sul nostro territorio sono presenti più di 60 dispositivi salvavita di proprietà del 118 a cui si aggiungono quelli delle altre realtà, a partire dalle associazioni sportive. Tutti censiti. I defibrillatori hanno un ruolo chiave nell’autosoccorso, al fianco del 118 e del volontariato”.
Il Dottor Lubrani, infine, ha concluso spiegando che nel caso ci si trovi di fronte ad una persona che accusa dolore al petto o perdita di coscienza è necessario chiamare immediatamente il 118, rispondere alle domande dell’operatore e lasciarsi guidare da lui.
L’ennesima testimonianza, insomma, sull’importanza dei defibrillatori e del tempo d’intervento in caso di arresto cardiaco.
Per leggere l’intervista completa: http://www.lanazione.it/empoli/cronaca/solo-10-minuti-per-salvarsi-da-un-arresto-cardiaco-1.3685140