Un numero sempre crescente di defibrillatori semiautomatici esterni (DAE), viene dotato di sistemi di RCP-Feedback, ma cosa significa? E come funzionano?
L’RCP, o Rianimazione Cardio-Polmonare, è l’insieme delle manovre di massaggio cardiaco e respirazione artificiale che ogni soccorritore, laico o no, dovrebbe eseguire, in attesa dell’arrivo dei servizi sanitari d’emergenza, alle persone prive di coscienza, prive di respirazione naturale ed in assenza di battito cardiaco. Tali manovre hanno lo scopo di mantenere attiva la circolazione sanguigna e la conseguente ossigenazione degli organi vitali, in concomitanza, ove possibile, dell’utilizzo di un DAE.
Gli RCP-Feedback sono quindi dei sistemi che forniscono un feedback sulla RCP che si sta eseguendo. Questo significa che in qualche modo riescono a valutare il massaggio cardiaco eseguito dal soccorritore e che sono altresì in grado di fornire istruzioni correttive, se necessarie.
Ovviamente, non sono tutti questi sistemi sono uguali: la loro validità e affidabilità è molto varia.
La maggior parte dei sistemi di RCP-Feedback in commercio usa un elemento aggiuntivo agli elettrodi, cioè un sensore che viene posto o sul torace, nel punto in cui si applica la pressione per eseguire il massaggio cardiaco, oppure sul dorso della mano del soccorritore.
Alcuni di questi elementi sono completamente meccanici e sono semplicemente dotati di una molla che produce un “click” quando si raggiunge la “giusta” pressione.
La “giusta” pressione è definita in accordo a studi scientifici statistici il cui scopo è definire dei valori medi di riferimento, appunto con scopi statistici, ma non sono stati pensati, né dovrebbero essere intesi, come tentativi di definire un valore corretto in assoluto.
Esistono poi altri sistemi elettronici che misurano di quanti centimetri si scende durante le compressioni toraciche: sono i cosiddetti accelerometri. Anche tali sistemi si basano su studi scientifici che riportano come universalmente corrette le compressioni toraciche tra i 4 e i 6 centimetri.
Sebbene questi valori siano più accurati dell’utilizzo di un unico valore di “pressione” da applicare, anche la misura generica tra 4 e 6 centimetri non è corretta in quanto non tiene conto del singolo paziente, e in particolare della sua corporatura, per cui ci si potrebbe trovare ad spingere per 4 cm su un uomo molto robusto o 6 cm su una ragazza dalla corporatura esile, con il risultato di ottenere un massaggio potenzialmente inefficace (o non completamente efficace) nel primo caso e una pressione eccessiva (quindi potenzialmente dannosa) nel secondo.
In entrambi i casi, un defibrillatore DAE che adottasse tale sistema per l’RCP-Feedback valuterebbe l’RCP come corretta anche se non lo è.
Inoltre questo tipo di RCP-Feedback non è in grado di tener conto della superfice su cui è poggiato il paziente, per esempio, su superfici morbide come la sabbia: il cedimento del terreno durante le compressioni toraciche comporterebbe degli ulteriori errori nella valutazione da parte del sistema.
I sistemi basati su accelerometro presentano ulteriori svantaggi dovuti alla maggiore difficoltà nel posizionare il sensore nel punto giusto ed eventualmente nel doverlo connettere al DAE. Oltre a ciò, il dover eseguire il massaggio cardiaco non direttamente sul torace del paziente, ma su un oggetto interposto tra le mani del soccorritore e il paziente stesso, diminuisce la naturalezza del gesto, e ciò potrebbe provocare danni sia alle mani del soccorritore che alla pelle del paziente.
Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato anche da studi scientifici pubblicati a livello internazionale, di cui un esempio è la lettera aperta inviata dal Dr. G.C. Cho, Department of Emergency Medicine, Institute of Hallym University, Medical Center, Seoul, Republic of Korea e pubblicata sulla rivista Resuscitation 80 (2009) 600, che mostra le seguenti immagini:
Ultimo difetto degli accelerometri è che non forniscono una valutazione efficace del ritmo delle compressioni, che è anch’esso fissato nelle linea guida dell’AHA.
Pertanto gli RCP-Feedback dei DAE che si basano sugli su questo sistema risultano in generale inaccurati e addirittura potenzialmente dannosi.
Per risolvere tutti questi inconvenienti, HeartSine ha sviluppato una tecnologia innovativa unica al mondo, registrata con il nome “CPR Advisor”, dove CPR è l’inglese di RCP.
Il funzionamento del CPR Advisor, o RCP Advisor, all’italiana, viene spiegato molto chiaramente in questo video disponibile sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=D1cDHSFnSgk.
L’algoritmo brevettato da HeartSine non utilizza nessun sensore esterno e quindi risulta estremamente facile e naturale. Infattti, l’RCP Advisor utilizza gli stessi elettrodi del DAE per effettuare la misura dell’ICG (Cardio Gramma ad Impedenza) mentre il soccorritore esegue il massaggio cardiaco, e, basandosi sui dati raccolti e pubblicati a livello internazionale, è in grado di valutare se la profondità e la frequenza delle compressioni sono corrette e congrue rispetto alla corporatura del paziente.
L’RCP Advisor è una tecnologia brevettata in dotazione solamente al defibrillatore samaritan PAD 500P della HeartSine, che risulta, di fatto, l’unico DAE al mondo con un accurato sistema di guida e supporto durante l’esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Eseguire un buon massaggio cardiaco, oltre ad aumentare le possibilità di sopravvivenza in seguito ad un arresto cardiaco, è utile anche in altri casi come ictus, forti attacchi d’asma, o qualunque altra patologia che riduca il paziente in uno stato di incoscienza e nell’incapacità di respirare naturalmente.
I protocolli di primo soccorso, infatti, richiedono di utilizzare un DAE e di eseguire la RCP in tutti i casi in cui si ha di fronte una persona priva di coscienza e che non respiri. Un defibrillatore DAE dimostra la sua efficacia solo se la persona è stata colta da arresto cardiaco ed ha un ritmo “defibrillabile”, ma in TUTTI i casi, la RCP va comunque eseguita fino all’arrivo dei soccorsi.