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Defibrillatori, scatta il rinvio a luglio 2017: migliaia di persone perderanno la vita.

È successo ancora: è arrivata l’ennesima proroga all’entrata in vigore del decreto Balduzzi. Purtroppo la notizia è stata confermata.

“Purtroppo” perché da oggi al 30 luglio 2017 continueranno a morire di arresto cardio-circolatorio migliaia di persone. In Italia, infatti, sono circa 60.000 all’anno le vittime di arresto cardiaco. Una ogni mille abitanti. Una ogni circa 8 minuti.

Forse, il Senatore Franco Panizza, firmatario dell’emendamento che ha fatto slittare di altri 6 mesi l’entrata in vigore del decreto, non è al corrente di questi dati.

“La commissione bilancio del Senato ha approvato un mio emendamento al decreto terremoto che proroga fino a luglio 2017 l’entrata in vigore del decreto Balduzzi sull’obbligo dei defibrillatori e di personale autorizzato al loro utilizzo per il mondo del volontariato sportivo” – ha dichiarato.

Questa è la quarta volta che viene prorogata la sua entrata in vigore: è la quinta scadenza fissata. Il decreto ministeriale del 24 aprile 2013, infatti, aveva fissato al 20 gennaio 2016 il termine ultimo per dotarsi di un DAE (Defibrillatore Automatico Esterno). La scadenza, poi, venne fatta slittare dapprima al 20 luglio 2016, poi al 30 novembre 2016, al 1° gennaio 2017 ed, infine, al 30 luglio 2017.

Con questo ulteriore rinvio, il decreto Balduzzi viene, per l’ennesima volta, violentato nella sua interpretazione originale. Negli impianti sportivi, difatti, non saranno presenti defibrillatori automatici esterni, se non grazie alla sensibilità di alcune realtà che hanno deciso di proteggere i propri atleti in caso di arresto cardiaco con l’installazione di tali dispositivi salvavita e facendo frequentare ai propri dipendenti e/o volontari dei corsi di primo soccorso per imparare ad effettuare le manovre salvavita (corsi BLS-D, Basic Life Support and Defibrillation).

L’associazione Emergency Live ha deciso di inviare una lettera aperta al Senatore del gruppo PATT, Franco Panizza. L’intento è quello di fargli comprendere le ragioni di quelle 400.000 persone che hanno sostenuto corsi di primo soccorso e che, quindi, sanno bene quanto sia importante agire presto e bene in caso di arresto cardiaco. Agendo in maniera tempestiva, infatti, è possibile abbattere del 50% il numero dei morti in Italia a causa dell’arresto cardiaco.

 

Gentile Senatore della Repubblica Panizza,

Lei è un eletto del Partito Autonomista Trentino Tirolese, una realtà dove il soccorso è fortemente radicato e strutturato forse nel miglior modo oggi visibile in Italia. È strano scrivere a una persona che dovrebbe essere – da laureato – cosciente del problema sanitario, una lettera con questo tono.

Lei oggi, ottenendo la proroga di quasi un anno all’attuazione del decreto Balduzzi, ha ottenuto una cosa che non credo sia per lei piacevole: legare il suo nome alla morte di quasi 60.000 persone ogni anno per arresto cardiaco. È purtroppo un’equazione banale, qualunquista. Ma vera: solo i defibrillatori e il massaggio cardiaco (che si impara in 8 ore di corso) possono salvare una vita in caso di bisogno. Solo una spesa di mille euro (rimborsata al 140% nelle tasse) può fare questo. Ma grazie a lei questo non sarà obbligatorio. Solo grazie a lei, chi ha fatto l’investimento sulla salute si sentirà per almeno un anno, cornuto e mazziato.

La sua azione, gentile Senatore, è stata premiata dai voti dei suoi colleghi, che ci renderà noti, speriamo, in una risposta che oggi lei deve dare al mondo del volontariato sanitario.

Si, perché se ha evitato che “il mondo del volontariato sportivo andasse in serio pericolo” per colpa dell’installazione di un dispositivo salvavita e per colpa di 8 ore di corso (costo totale dell’operazione, ripetiamo, mille euro; meno di 10 euro ad iscritto in una associazione sportiva piccola), ha invece fatto sì che – in caso di necessità – le persone a fianco di un essere umano, bambino o adulto, in arresto cardio-circolatorio (68.000 tutti gli anni) non ricevano training adeguato per salvargli la vita. Da laureato in Scienze Forestali riteniamo che lei abbia la giusta sensibilità per capire e chiedere quanto sia importante la defibrillazione nel salvare le vite delle persone in caso di arresto cardiaco, perché da frequentatore della montagna sa quanto sia difficile far arrivare un soccorso in località remote, e quanto sia importante, in quei casi, conoscere il primo soccorso.

Da navigato politico della sua zona è stupefacente come non abbia interpellato la Croce Rossa o la Croce Bianca del suo territorio: associazioni che si battono da sempre per la salvaguardia sanitaria di tutta la popolazione dell’Alto Adige e del Trentino. Ma avrebbe potuto farlo anche a Roma, sa? Fondazione Castelli, Fondazione Cecchini Cuore, o tramite il comitato scientifico nazionale IRC, o tramite altre migliaia di associazioni e fondazioni che vogliono fermare la piaga delle morti improvvise da arresto cardiaco. Tutti si stanno battendo con migliaia di persone affinché le società sportive installino i defibrillatori nei centri sportivi. Perché solo i DAE e la formazione salvano una vita. 10 euro a tesserato e una società che segue 100 bambini farebbe stare tutti molto più sicuri. Pensa sia giusto o sbagliato?

Lei ha messo il nome su questo provvedimento, definendolo “positivo ma non sufficiente”. Cosa ha intenzione di proporre ora, egregio Senatore? Vorremmo saperlo per tenere informati tutti quei centri sportivi che – in coscienza e seguendo le direttive internazionali – hanno pensato alla salute dei propri atleti e hanno installato dei defibrillatori. Centri che oggi sono “cornuti e mazziati” perché sono stati onesti rispetto alle regole (il Balduzzi doveva entrare in vigore da due anni, ma le proroghe all’ultimo momento sono state continue e poco chiare) e coscienziosi verso i propri utenti. Voi avete sempre supportato chi invece ritiene la tutela della salute un inutile sovrappiù, nonostante questo sia rimborsato al 140% nelle tasse.

Non abbiamo molte parole per commentare ciò che sta accadendo. Ci sono di certo altre priorità in Italia, oggi. Ma sappia che nell’ultimo periodo queste sono le tragedie evitabili che il suo emendamento non fermerà: sono solo 10, ma sappia che ogni anno sono 68.000 le morti per arresto cardiaco. E il 50% sono potenzialmente evitabili.

È sicuro di aver fatto il bene di qualcuno, Senatore?

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Basta poi questo articolo per far capire a cosa serve un defibrillatore: Attacco cardiaco alla cannottieri, salvato dal defibrillatore.

 

Anche noi, come Emergency Live, attendiamo delucidazioni in merito.

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