60 defibrillatori nelle stazioni più trafficate della metropolitana romana. Arriveranno entro fine anno e consentiranno un immediato soccorso in caso di arresto cardiaco improvviso. A renderlo noto è l’ Ansf (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria) in occasione della presentazione del rapporto 2013.
Un provvedimento che riporta all’attenzione la necessità di rendere cardioprotetti i mezzi pubblici delle nostre città; non è un caso che anche Milano stia correndo ai ripari in vista dell’Expo 2015, che porterà nella metropoli un flusso di gente di gran lunga superiore alla norma alzando quindi il livello di sicurezza sanitaria. Anche qui in ogni stazione della metro dovrebbero trovare collocazione dei DAE, gli unici apparecchi salvavita in grado di riavviare il cuore in caso di arresto cardiaco improvviso e capaci di garantire un soccorso in luoghi sovraffollati dove i primi interventi arriverebbero altrimenti troppo tardi.
Si calcola che almeno l’80% di tutti gli arresti cardiaci improvvisi si verifica al di fuori dell’ambiente ospedaliero, e che il tasso di sopravvivenza è attualmente inferiore al 5% a causa della mancanza di un rapido accesso a un defibrillatore automatico esterno (DAE).
Ogni giorno migliaia di persone si muovono utilizzando i mezzi di trasporto pubblici e privati. In aereo, su un treno, in metropolitana o su una nave, chi è colpito da un arresto cardiaco improvviso non ha la minima possibilità di salvezza, a meno che il mezzo di trasporto utilizzato non sia dotato di un defibrillatore e di personale addestrato alle manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Nel 1997, negli Stati Uniti, American Airlines è stata la prima compagnia aerea ad equipaggiare di defibrillatori DAE tutti i propri velivoli e formare tutti i propri 18.000 dipendenti. Da allora, il tasso di sopravvivenza all’arresto cardiaco sulle linee aeree American Airlines è passato da meno del 5% al oltre il 63%!
Anche se la legge n.120 del 2001 raccomandava la presenza di defibrillatori DAE sui mezzi di trasporto pubblici e privati, sono ancora molti quelli che non ne sono dotati e persino nelle stazioni e negli aeroporti la presenza di defibrillatori ad accesso pubblico è spesso carente o sottodimensionata rispetto alle reali necessità di cardioprotezione del flusso quotidiano di viaggiatori.
I taxi, gli autobus e i veicoli privati sui quali viaggiamo si trovano spesso coinvolti dal traffico cittadino: nessun servizio di emergenza sarebbe in grado di raggiungere in meno di 10 minuti dalla chiamata chi è vittima di un arresto cardiaco! La presenza a bordo di un defibrillatore, dunque, non si rivela soltanto di vitale importanza per chi è colpito da arresto cardiaco, ma può efficacemente rivestire il ruolo di “postazione avanzata di defibrillazione”, disponibile a tutti ed in grado di essere rapidamente disponibile in presenza di un arresto cardiaco che si verifichi nelle immediate vicinanze della nostra auto o del mezzo pubblico utilizzato.