Defibrillatori in campo. Se ne parlerà domani 12 aprile a Firenze durante il convegno “L’uso del defibrillatore in ambito sportivo e i profili di responsabilità degli operatori”.
Sarà questa l’occasione per presentare il progetto per l’istituzione di un centro di formazione e informazione per tutte le società sportive, promosso dall’assessorato allo sport in collaborazione con il Porta Romana. L’iniziativa prevede incontri mensili su specifici temi (sanitari, etici, tecnici, gestionali) con la partecipazione di esperti e prenderà il via il prossimo mese di ottobre.
Spazio anche alla relazione dell’avvocato Annalisa Parenti su “I principali aspetti normativi della Legge Regionale 22/2013 e del Decreto Balduzzi. I profili di responsabilità degli operatori”.
La legge che obbliga tutte le società sportive agonistiche e dilettantistiche a dotarsi di dispositivi di defibrillazione e di personale formato all’utilizzo è una Delibera di fondamentale importanza per la tutela degli atleti di ogni livello.
L’arresto cardiaco improvviso può colpire persone di ogni età e con ogni livello di preparazione agonistica. In Italia muoiono di arresto cardiaco oltre 1500 persone alla settimana e di queste almeno 15 sono soggetti giovani e potenzialmente a basso rischio. Si stima che circa il 20% delle morti causate da arresto cardiaco a livello mondiale, avvenute fuori dall’ambito ospedaliero, si verificano sui campi da golf o durante lo svolgimento di attività sportive prevalentemente amatoriali, come il calcetto o il fitness.
In Italia sono più di 1000 gli sportivi che perdono la vita ogni anno a causa di un arresto cardiaco improvviso verificatosi durante lo svolgimento della propria attività sportiva. Defibrillatori e sport: un connubio necessario.