Il primo luglio 2017 è finalmente entrato in vigore il Decreto Balduzzi. Per legge, dunque, tutte le associazioni sportive dilettantistiche devono essere in possesso di un defibrillatore DAE e di personale addetto al suo utilizzo. Ma ad oggi non tutti gli impianti sportivi ne sono provvisti.
Ne è testimone Paolo Zanini, 13 anni, colpito da arresto cardiaco sabato 8 luglio mentre stava disputando una partita di calcio a Porzano di Leno, nel bresciano. Il defibrillatore non c’era e mancava anche un’ambulanza in loco, ma sugli spalti, fortunatamente, erano presenti due infermieri e un medico «in borghese» che lo hanno soccorso tempestivamente praticandogli il massaggio cardiaco.
Una volta giunti sul posto i soccorritori del 118, circa 10 minuti dopo il malore, il ragazzino è stato defibrillato e trasportato in elisoccorso al Civile di Brescia. Dopo una notte in coma farmacologico, Paolo è stato svegliato e le sue condizioni sono via via migliorate.
Ha riconosciuto i suoi genitori che commossi hanno voluto ringraziare gli eroi che hanno salvato la vita al proprio figlio. Già, perché grazie al loro massaggio cardiaco sono riusciti ad ossigenare tutti gli organi vitali del 13enne sino all’arrivo del defibrillatore. In questo modo, Paolo non ha riportato danni cerebrali. Il ragazzino oggi è stato dimesso e spera di poter tornare presto a giocare.
In tanti sperano che la mancanza del defibrillatore non si ripeta più in alcun torneo estivo, ma intanto il Codacons ha depositato sul tema un esposto in Procura.
Anche noi ci auguriamo che al più presto tutti gli impianti sportivi, obbligati o meno dalla Legge, provvedano a dotarsi di un defibrillatore semiautomatico esterno. Paolo è stato fortunato, ma è sempre meglio non sfidare la sorte!