Il defibrillatore? Il rimedio giusto a quasi 50 mila morti improvvise all’anno nel nostro paese. Parola di Maurizio Santomauro, presidente del Giac (Gruppo emergenze cardiologiche italiano) che durante una recente intervista all’Adnkronos Salute spiega: “Morti improvvise che nel 40% dei casi si potrebbero evitare, grazie alla presenza di un defibrillatore semiautomatico e di personale addestrato a intervenire, in attesa del 118. Se in ogni megastore o grande magazzino fosse presente un defibrillatore raggiungibile in 4 minuti da ogni punto dell’esercizio, con personale formato ad hoc, tantissime morti si potrebbero evitare”.
Da tempo ormai la Giac è impegnata in una lunga battaglia per la diffusione dei defibrillatori nei luoghi affollati. “Il decreto legislativo Fazio-Tremonti del 2011 poneva le basi per la diffusione di questi preziosi apparecchi salvavita, ma purtroppo il defibrillatore è ancora facoltativo: fino a quando non sarà obbligatorio, non resta che affidarsi alla sensibilità dei datori di lavoro – continua a spiegare Santomauro –Bisogna puntare sui defibrillatori che andrebbero distribuiti all’interno dei grandi centri commerciali in modo da essere raggiungibili in 4 minuti al massimo: questi sono minuti chiave per un intervento salvacuore in attesa del pronto soccorso”.
Le possibilità di salvare una persona colpita da arresto cardiaco infatti, diminuiscono del 10 per cento per ogni minuto trascorso. E dopo soltanto 5 minuti le possibilità di salvezza scendono al 50 per cento; in Italia è calcolato che il tempo medio d’intervento di un’autoambulanza, dal momento della chiamata all’arrivo dal paziente da soccorrere, è di circa 13/15 minuti. È chiaro quindi che solo l´intervento immediato e l´utilizzo di un defibrillatore possono offrire alla vittima delle possibilità di salvezza.
La distribuzione di DAE andrebbe studiata attentamente, e pubblicizzata anche all’interno degli esercizi. “Ogni apparecchio costa mille euro circa, e da circa un mese una disposizione Inps stabilisce detrazioni fiscali per i datori di lavoro che li acquistano. C’è poi da mettere in conto il costo del personale formato: 80-150 euro a persona. Anche in questo caso la crisi non aiuta: con il boom di contratti a progetto e temporanei che c’è ora, si rischia di formare personale che poi va via, e tutto ricomincia da capo”.
“Occorre programmare attentamente questo tipo di intervento, ma il vantaggio in termini di vite salvate sarebbe straordinario”.
Se ne parlerà a Nizza al Congresso in programma il 20-21 giugno. “Luoghi di lavoro, ma anche farmacie possono essere coinvolte per avere sempre un defibrillatore e personale abilitato a usarlo in punti molto frequentati delle città”.