Sembrava che l’entrata in vigore del Decreto Balduzzi venisse prorogata al 30 luglio 2017, come avevamo scritto nel seguente post: https://www.heartsinepad.it/news/defibrillatori-scatta-rinvio-luglio-2017-migliaia-persone-perderanno-la-vita/.
Invece no. L’obbligo di munirsi di defibrillatore semiautomatico esterno è stato portato al 30 giugno 2017. Questo è ciò che si evince dalla Gazzetta Ufficiale del 17 dicembre 2016 – Legge del D.L. 189 del 16/10/2016, inerente agli “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto”.
Il 30 giugno 2017, dunque, pare essere l’ultima scadenza entro la quale le associazioni e le società sportive dilettantistiche devono dotarsi di un DAE e formare al suo utilizzo quante più persone possibile.
Sono escluse dal decreto le società/associazioni/enti inerenti ad attività con ridotto impegno cardio-circolatorio, come le bocce, il biliardo, la pesca e la caccia sportive, gli sport di tiro, i giochi da tavolo e sport simili.
L’onere della dotazione del defibrillatore semiautomatico esterno e della sua manutenzione, come sappiamo, è a carico della società che opera nell’impianto sportivo.
Secondo quanto disposto dalle Linee guida allegate al decreto, relative alla dotazione e all’utilizzo dei defibrillatori DAE:
1) deve essere presente personale formato e pronto ad intervenire;
2) il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante;
3) i corsi di formazione devono essere effettuati da centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.
Le polemiche per questo ennesimo rinvio non sono certo mancate. L’associazione Emergency Live ha inviato una lettera aperta al Senatore del gruppo PATT, Franco Panizza, firmatario dell’emendamento che ha fatto slittare di altri 6 mesi l’entrata in vigore del decreto (qui il link all’articolo).
“In questo arco di tempo, secondo le statistiche disponibili, conteremo altri 50 morti” – ha tuonato, invece, la cardiologa Daniela Aschieri, responsabile di Progetto Vita e considerata la “mamma” della defibrillazione precoce in Italia.
Secondo la fondazione Giorgio Castelli, infatti, nei primi dieci mesi del 2016 si sono contati 115 atleti deceduti mentre praticavano la loro disciplina tra professionisti, dilettanti e amatori.
“L’uso del defibrillatore è una questione culturale, una battaglia di civiltà che il mondo dello sport dovrebbe affrontare davvero e vincere. C’è chi sta complicando l’attuazione della legge. A Piacenza, dove con Progetto Vita da tempo ci occupiamo della questione, abbiamo contato 18 arresti cardiaci negli ultimi diciotto anni” – ha aggiunto Aschieri.
“In 10 impianti era presente un defibrillatore: si sono salvate 8 persone su 10. Negli impianti privi di quell’importante strumento salvavita, si sono salvate solo due persone, uno dei quali, un ragazzo di 13 anni, ha riportato gravi danni neurologici”.
Ci auguriamo tutti che questa rappresenti l’ultima proroga!
Link alla normativa: https://www.heartsinepad.it/normative/decreto-balduzzi/