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Cardioprotezione: un ulteriore approfondimento – La scelta del DAE

Con l’aumentare delle iniziative di educazione alla cardioprotezione e diffusione della cultura della defibrillazione precoce, sempre più di frequente si sente parlare di defibrillatori pubblici. Rimane però molta confusione su quali siano i criteri più importanti per l’acquisto di questo tipo di dispositivi. Quest’articolo si propone di fare chiarezza su quest’aspetto.

Nella scelta del defibrillatore, esistono 3 ordini di fattori tecnici di cui tenere conto.

Innanzi tutto, bisogna capire quale sia il tipo di vittima che ci si aspetta di dover soccorrere con il defibrillatore che si intende acquistare. A rivestire notevole importanza non sono solo età e peso, ma anche un ampio range di condizioni – fisiologiche e patologiche – che incidono sulla resistenza della cute al passaggio dell’energia elettrica, la cosiddetta impedenza. Questo perché è il passaggio effettivo della corrente attraverso il cuore della vittima, piuttosto che l’energia erogata di per sé, che determina il risultato della scarica. A titolo di esempio, una cosa è dover soccorrere un adulto sano bagnato o sudato (come un nuotatore o uno sportivo), ben altra è trovarsi di fronte ad un anziano disidratato: nel primo caso, saranno sufficienti energie più basse mentre, nel secondo, ne occorreranno di più elevate. Per quanto tutti i DAE funzionino agevolmente per impedenze basse, esistono differenze – anche notevoli – nel loro comportamento per impedenze maggiori.  Da un punto di vista un po’ più tecnico, i DAE differiscono anche in base all’algoritmo usato per “decidere” come modificare l’energia erogata in funzione delle variazioni di impedenza del paziente.

In questo contesto, un secondo fattore da considerare è quale si prevede sia il tipo di soccorritore che più probabilmente si troverà ad usare il DAE e, di riflesso, quali siano le effettive capacità di questo soggetto di effettuare correttamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP) secondo le ultime linee guida. Siccome molti studi hanno provato che la RCP correttamente eseguita – precoce, efficace ed ininterrotta – è indipendentemente associata alla sopravvivenza dopo arresto cardiaco, anche qualora il DAE non venga usato, se si prevede che il soccorritore non sia esperto nella RCP, è fondamentale l’acquisto di un DAE provvisto di un dispositivo di assistenza in grado di guidarlo in questo processo. Da questo punto di vista, le caratteristiche più importanti sono la presenza di un metronomo in grado di fornire il giusto ritmo delle compressioni toraciche e l’esistenza di un  feedback sull’efficacia della RCP.

In ogni caso, però, il fattore più importante nella scelta del DAE riguarda le condizioni ambientali d’utilizzo che, quando inadeguate, inficiano la performance. Tutti i defibrillatori possono funzionare agevolmente in ambienti chiusi e caratterizzati da assenza di fattori fisici estremi. La temperatura d’utilizzo, così come quella di conservazione e trasporto, diventa però fattore limitante per quei DAE collocati all’esterno, specie se in climi estremi: in questo caso, l’acquisto di una DAE va supportato dall’acquisto contestuale di teca idonea alla sua corretta conservazione. Talvolta, anche in interni climaticamente temperati, la presenza di fattori fisici particolari (come l’acqua delle piscine, l’umidità delle saune, la polvere dei cantieri o le vibrazioni dei mezzi di trasporto) condiziona pesantemente la scelta del DAE da installare, limitando la scelta a quelli con certificazioni IP più avanzate.

Da tutto ciò si evince il motivo per cui l’inquadramento del modello atto a garantire la performance idonea alla condizione d’uso sia la prima cosa da capire, lasciando che le considerazioni sui costi avvengano solo in un secondo tempo.

Esse saranno pertanto oggetto del nostro articolo successivo.

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