È successo ancora: l’arresto cardiaco ha provato a mietere un’altra vittima. D’altronde, in Italia colpisce una persona ogni 8/9 minuti circa. Ma anche questa volta l’utilizzo di un defibrillatore semiautomatico esterno è stato decisivo.
Lunedì mattina, alle 9:30 circa, infatti, un uomo di settant’anni è stato colto da un malore mentre si trovava in una piscina di Verona, precisamente nella struttura di via Monte Bianco.
Accortisi dell’accaduto, i bagnini presenti a bordo vasca lo hanno soccorso tempestivamente praticandogli il massaggio cardiaco e utilizzando il defibrillatore presente all’interno dell’impianto sportivo.
L’uomo, poi, è stato trasportato d’urgenza dai soccorritori del 118 presso l’ospedale di Borgo Trento.
Una storia a lieto fine, dunque, che sarebbe potuta essere l’ennesima tragedia. Ma grazie al Decreto Balduzzi, e talvolta alla sensibilità di alcune persone, i defibrillatori DAE sono sempre più presenti all’interno degli impianti sportivi e anche nei luoghi pubblici, come starde, piaze, teatri, scuole e musei.
La speranza è quella che questi dispositivi salvavita possano presto essere installati in maniera capillare su tutto il territorio italiano, salvando migliaia di vite ogni anno. Perché è solo così che si possono avere buone probabilità di sopravvivere ad un arresto cardiaco: intervenendo tempestivamente (entro i primi 5 minuti dall’evento) e mediante l’utilizzo di un DAE.