Bórgio Verèzzi (Savona). Mercoledì 26 luglio un uomo è stato colpito da un arresto cardiaco durante una serata danzante. Fortunatamente, però, una squadra di militi della Croce Bianca dotata di defibrillatore semiautomatico esterno stavano sorvegliando la festa.
Avendo intuito la gravità della situazione, un gruppo di volontari ha soccorso tempestivamente il paziente iniziando le opportune manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP). Dopo meno di un minuto, il defibrillatore era già stato collegato al torace dell’uomo, che ha erogato una scarica elettrica al cuore. Quasi immediatamente l’uomo ha ripreso conoscenza e, prima ancora di arrivare in ospedale, ha potuto dare con la propria voce le sue generalità.
“Al di là dell’ottimo lavoro svolto dai nostri volontari, che voglio ringraziare pubblicamente – ha dichiarato il presidente della Croce Bianca – mi preme sottolineare ancora una volta l’importanza di conoscere le manovre basilari di primo soccorso. Nel caso in cui un evento del genere accadesse nella propria abitazione o in un luogo dove i soccorsi impieghino anche solo 6/7 minuti ad arrivare sul posto, infatti, un buon massaggio cardiaco è l’unica manovra in grado di dare speranza di ripresa al paziente. Sette minuti possono sembrare tanti – ha spiegato – ma immaginate di dovervi prima di tutto accorgere che la persona è in arresto cardiaco, prendere il telefono, chiamare, spiegare dove siete e aspettare che i soccorsi giungano sul posto. È un tempo veramente breve e difficilmente i soccorsi riescono a rispettare questa tempistica”.
“In questi casi il massaggio cardiaco è davvero fondamentale – hanno continuato dalla pubblica assistenza – non solo per limitare i danni in attesa dell’arrivo del defibrillatore, l’unico strumento in grado di ripristinare una frequenza cardiaca nella norma, ma anche per consentire al dispositivo stesso di essere più efficace. Per questi motivi, una nostra squadra è sempre presente (e lo sarà fino alla fine di agosto) ogni giovedì dalle 21:00 in Piazza Magnolie durante le serate ‘Borgiovedi’, per consentire a chiunque ne abbia voglia di provare sul manichino didattico queste importantissime manovre”.
Sì, perché come abbiamo ripetuto più volte, per ogni minuto che passa dall’arresto cardiaco le possibilità di sopravvivere diminuiscono del 10% circa. Va da sé, quindi, che dopo soli 10 minuti la probabilità di farcela, o di non riportare danni cerebrali permanenti, è praticamente nulla.
Per questo motivo, oltre a seguire corsi di formazione sulle manovre di primo soccorso, i cosiddetti corsi BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation), sarebbe necessario avere sempre a portata di mano un defibrillatore DAE: non solo negli impianti sportivi, ma anche nelle piazze, nelle strade, nelle scuole, in azienda, nei luoghi pubblici e all’interno delle proprie abitazioni.