Mauro Maltauro, comandante del corpo dei vigili del fuoco di Mori, assieme al figlio Alessio di 25 anni, è riuscito a salvare la vita di un bambino di 7 anni colpito da un arresto cardiaco.
Un intervento come quello che nella serata di mercoledì 22 aprile ha salvato la vita a un bambino di 7 anni colpito da arresto cardiaco riempie di valore anni ed anni di volontariato. Perché Mauro Maltauro, comandante dei vigili del fuoco di Mori (provincia di Trento) ha risposto a migliaia di chiamate della centrale unica nella sua “carriera” di pompiere ma ci sono eventi, come questo, che lasciano il segno. E con lui stavolta c’era anche il figlio Alessio, 25 anni, volontario dello stesso corpo.
È successo mercoledì sera, per l’appunto, alle 20:40 circa: dalla centrale unica è arrivata la richiesta di supporto dei vigili del fuoco volontari di Mori per l’arrivo dell’elisoccorso. “Solitamente in questi casi una delle nostre macchine con due volontari va nel luogo dove atterra l’elicottero, mentre un’altra con altri due vigili si porta sul luogo dell’evento. In questo modo possiamo raccogliere più notizie da dare anche ai medici o ai sanitari che sono in arrivo” – ha spiegato Maltauro.
Il 22 aprile sul mezzo che si è diretto nell’abitazione da cui è partita la richiesta di soccorso c’erano lui e suo figlio. Sapevano che c’era un bambino in arresto cardiaco: si sono precipitati nel luogo indicato, ma non si aspettavano di arrivare prima dell’ambulanza.
Succede spesso, in realtà, proprio perché i corpi sono distribuiti in ogni comune e i volontari sono sempre disponibili a correre in caso di chiamata. L’infermiere con l’auto sanitaria o l’ambulanza hanno qualche chilometro in più da percorrere, così come l’elicottero che deve seguire una procedura prima di alzarsi in volo.
“Appena entrati in casa – ha raccontato il comandante – abbiamo visto la nonna del bambino, infermiera, che stava praticando il massaggio cardiaco al suo nipotino”. Poco più in là, il dolore e la paura dei genitori che osservavano disperati il loro bambino, steso a terra senza dare segni di vita. Il suo cuore aveva smesso di battere.
La preparazione dei due pompieri e l’adrenalina che in quel momento permette loro di agire nelle situazioni più complicate hanno fatto sì che non rimanessero lì fermi in attesa dei sanitari.
“Fortunatamente avevamo in dotazione un defibrillatore DAE e non abbiano esitato un secondo ad utilizzarlo, continuando le manovre di rianimazione cardiopolmonare fino all’arrivo dei soccorsi” – ha continuato Mauro Maltauro.
“È successo tutto in pochi minuti, ma mi sono sembrati un’eternità” – ha precisato il comandante l’indomani.
All’arrivo dei sanitari il cuore del bambino aveva già ripreso a battere grazie all’utilizzo del defibrillatore. Fondamentale è stato anche il pronto intervento della nonna che, mediante il massaggio cardiaco, ha tenuto ossigenati gli organi vitali del bambino, cervello compreso.
Il personale sanitario lo ha poi stabilizzato e trasportato nell’ospedale più vicino. In un secondo momento il bambino è stato trasferito nella struttura ospedaliera di Padova.
“Non è la prima volta che utilizziamo il defibrillatore. Abbiamo dovuto usarlo anche in altre occasioni, purtroppo. Però negli altri casi avevamo soccorso delle persone adulte. Questa volta, invece, si trattava di un bambino di 7 anni” – ha concluso Maltauro, rendendo l’idea dei sentimenti provati in quei momenti.
Alcuni giorni dopo, il comandante del corpo dei vigili del fuoco di Mori ha ricevuto un messaggio dai famigliari del bambino che lo hanno ringraziato per il suo intervento. Sicuramente uno degli attestati più belli che un volontario possa ricevere e che lo ripaga del tempo e delle energie spese a favore della propria comunità.