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AMBU: l’incidenza della ventilazione meccanica sull’efficacia della RCP

Il pallone autoespandibile massimizza la sua efficacia con reservoir e ossigeno fino al 90%

L’AMBU è un “pallone autoespandibile”, utilizzato da sanitari e soccorritori per il supporto dell’attività respiratoria, ed è uno dei presidi impiegati nel primo soccorso durante la rianimazione cardio-polmonare.

AMBU è l’acronimo di “Auxiliary Manual Breathing Unit”, ovvero “Unità di respirazione manuale ausiliaria”.

La sua ideazione e commercializzazione risale al 1956.

L’AMBU è composto da materiale plastico autoespandibile che si connette alle sue estremità a due valvole unidirezionali.
La valvola prossimale possiede un raccordo universale da 15 mm che serve per collegarlo a diversi presidi per la gestione delle vie aeree.

L’AMBU viene impiegato maggiormente con le mascherine facciali, disponibili in varie misure e forme per garantire una perfetta aderenza sul volto del paziente.
La maschera facciale deve essere posizionata sul viso del paziente attraverso la manovra a “CE”: 3 dita sotto il mento per ottenere una posizione iperestesa del capo e 2 dita sopra la maschera per mantenerla applicata ed evitare perdite di aria durante l’insufflazione.

La mascherina facciale dell’AMBU deve essere posizionata a premuta sulla bocca del paziente. L’operatore potrà quindi effettuare le insufflazioni con un rapporto di 30:2 durante le manovre RCP, ovvero 2 ventilazioni ogni 30 compressioni (nell’adulto).

Premendo sul pallone nella parte rigonfia e autoespandibile, l’aria al suo interno viene spinta attraverso la valvola e quindi nei polmoni. Durante l’espirazione invece, la valvola blocca il ritorno dell’aria ricca di anidride carbonica.

L’AMBU è disponibile nelle versioni pediatrico e adulto.
La versione AMBU pediatrico in genere ha una capacità di circa 500ml, mentre la versione AMBU adulto ha una capacità di 1.300-1600ml.
Tuttavia, è importante tenere presente, che la compressione effettuata (in genere con una mano), somministra al paziente adulto i 500-800ml necessari.
L’AMBU può essere realizzato in vari materiali, i più comuni sono: silicone, PVC, SEBS.

Nella parte inferiore dell’AMBU è predisposto un attacco per connettere il reservoir e per il collegamento con una fonte di ossigeno.
Il reservoir è una sacca (circa 1.600ml di capacità) che ha lo scopo di accrescere la percentuale di ossigeno presente nella miscela in arrivo al paziente tramite quello fornito dalla bombola, in modo che la ventilazione risulti maggiormente efficace.
Il reservoir viene impiegato solo in presenza di una fonte di ossigeno senza la cui pressione non sarebbe in grado di espandersi ed esercitare la propria funzione.

Veniamo adesso all’oggetto del post, ovvero l’incidenza della ventilazione meccanica con AMBU sull’efficacia della RCP.

Di seguito riportiamo i 3 differenti scenari possibili e la relativa percentuale di efficacia, in termini di capacità di ossigenare il sangue:

  1. Solo AMBU: 21%
  2. AMBU collegato a O2: 40-50%
  3. AMBU e reservoir con O2 (10-12 L/min) : 90%

Si comprende quindi quanto vari l’efficacia delle insufflazioni erogate con AMBU durante una RCP n funzione dei presidi integrativi utilizzati.

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