Il verificarsi di una altro episodio di morte improvvisa porta, sempre più di frequente, a discutere di defibrillazione.
I più non hanno però ben chiaro il perché ed il come, questo presidio possa funzionare. Con questo post, vorremmo provare a fare un po di chiarezza su quest’aspetto.
Come funziona il cuore e perché servono la defibrillazione e la rianimazione cardiopolmonare?
La condizione fondamentale affinché il cuore funzioni correttamente è che la contrazione di tutte le sue fibre sia sincronizzata. In tutti i ritmi che minacciano la vita, questa sincronizzazione è alterata più o meno completamente. La defibrillazione agisce proprio ripristinando, mediante una scarica elettrica, la contrazione coordinata del cuore, mentre la rianimazione cardiopolmonare precoce è fondamentale nel mantenere il cuore responsivo all’uso successivo del defibrillatore: è per questo che, se omessa per aspettare i sanitari, la vittima diventa, con il passare del tempo, sempre più vulnerabile al danno ischemico ed alla morte.
Cos’è un DAE?
I defibrillatori semiautomatici sono dispositivi che analizzano automaticamente il ritmo della vittima e si caricano da soli tutte le volte che lo shock elettrico è consigliato: in altre parole, dopo che il dispositivo è stato azionato e gli elettrodi sono stati posizionati, non c’è bisogno di personale sanitario per erogare lo shock in modo corretto. Al soccorritore, anche occasionale, non rimane che da premere il tasto di scarica. A rendere le cose ancora più facili, i DAE migliori usano comandi visivi o vocali per suggerire al soccorritore il modo corretto di gestire l’emergenza conformemente alle linee guida più recenti e riconosciute internazionalmente.
Come funziona la defibrillazione?
Quando viene azionato, il DAE registra gli eventi cardiaci in corso, iniziando a guidare il soccorritore attraverso le varie fasi del soccorso: posizionamento degli elettrodi, erogazione della scarica, effettuazione delle compressioni toraciche. Durante l’analisi del ritmo (5-15 secondi), il soccorritore deve evitare di toccare il paziente, in modo che il DAE non “confonda” il ritmo del soccorritore con quello della vittima. Durante l’erogazione, l’apparecchio modifica i parametri di scarica in base alle caratteristiche della vittima. Essendo i DAE in commercio bifasici, la corrente somministrata passa attraverso il cuore un numero di volte doppio rispetto ai vecchi dispositivi ma con energia minore e questo diminuisce l’eventualità di un danno. Dopo che lo shock è stato somministrato, il DAE arresta l’analisi del ritmo per due minuti per permettere l’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare, al termine della quale il ritmo viene nuovamente analizzato e vengono fornite al soccorritore indicazioni ulteriori su come procedere conformemente alle linee guida.
Nel prossimo post di questa serie, parleremo dei criteri in base ai quali scegliere un DAE.