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Prof. Andrea Scapigliati, presidente IRC, promuovere la cardioprotezione: una necessità impellente

Arresto cardiaco sui campi da calcio: la cultura del soccorso laico in Italia deve crescere

Il 18 aprile 2024 il Prof. Andrea Scapigliati, presidente Italian Resuscitation Council (IRC), ha inviato una lettera al direttore di Quotidianosanità.it.

Andrea Scapigliati, professore associato presso l’Istituto di Anestesia e Rianimazione dell’Università Cattolica di Roma e dirigente medico nell’Unità Operativa di Cardioanestesia e Terapia Intensiva Cardiochirurgica del Policlinico Gemelli, è stato recentemente nominato presidente dell’Italian Resuscitation Council (IRC).

L’IRC è un gruppo italiano dedicato alla rianimazione cardiopolmonare, composto da medici di varie specialità e infermieri, tutti impegnati attivamente nella rianimazione cardiopolmonare sia in ambito ospedaliero che extra ospedaliero. Fondato nell’ottobre del 1994, l’Italian Resuscitation Council ha come missione principale la diffusione della cultura e delle pratiche organizzative della rianimazione cardiopolmonare in Italia.

È evidente quanto sia autorevole e indicativa la testimonianza  del Prof. Scapigliati.

Di seguito riportiamo il contenuto pubblicato, comprensivo di alcune nostre integrazioni. Per leggere il testo completo originale trovate il link a fine articolo.

La recente e tragica morte di Mattia Giani, avvenuta il 14 aprile 2024 sul campo di calcio, ci costringe a riflettere profondamente sulla necessità di migliorare la risposta al soccorso in caso di arresto cardiaco.

Questo evento doloroso, che segue di dodici anni quello di Piermario Morosini, sottolinea quanto sia cruciale sapere come agire in situazioni di emergenza cardiaca: riconoscere l’arresto cardiaco, chiamare il 112, iniziare le compressioni toraciche e utilizzare il defibrillatore automatico/semiautomatico esterno (DAE).

Ogni anno, in Italia, circa 60.000 persone muoiono per arresto cardiaco improvviso, 1 ogni 1.000 abitanti, circa 7 ogni ora.

Con una diffusione capillare dei DAE sul territorio, una maggiore consapevolezza, l’attivazione precoce di manovre di primo soccorso da parte dei “first responder” (prime persone a intervenire e prestare soccorso, prima dell’arrivo dei sanitari. Perlopiù utenti laici, ovvero cittadini senza preparazione specifica), potrebbe portare al salvataggio fino al 70% dei casi, che corrisponde a oltre 40.000 vite salvate ogni anno solo in Italia.

Questi numeri evidenziano l’urgenza di una cultura diffusa del soccorso tra la popolazione.

Nonostante i progressi normativi e le iniziative di sensibilizzazione, c’è ancora molto da fare per ridurre il numero di decessi evitabili.

La legge 189 del 2012 ha imposto alle società sportive l’obbligo di dotarsi di DAE e di formare il personale.

Nel 2021, la legge 116 ha rafforzato questi obblighi, estendendo la dotazione di DAE anche agli allenamenti e promuovendo una rete capillare di defibrillatori nei luoghi pubblici e di viaggio. La legge protegge inoltre il soccorritore da eventuali conseguenze legali, incoraggiando l’uso del DAE anche da parte di chi non è stato specificamente formato, grazie all’assistenza telefonica del 118.

Ulteriori approfondimenti vi invitiamo a leggere l’approfondimento dedicato sulla normativa che regolamenta obbligo e modalità di impiego dei DAE.

Per prevenire morti evitabili, è fondamentale che la disponibilità dei DAE (automatici o semiautomatici non fa differenza sulla capacità salvavita dei dispositivi), sia accompagnata da una crescente cultura del soccorso.

Sensibilizzare, informare e formare la popolazione sono passi essenziali.

È necessario rassicurare sulle responsabilità del soccorritore, fornire informazioni chiare e corrette, facilitare la comunicazione con i servizi di emergenza e promuovere l’acquisizione di competenze pratiche e durature.

Le scuole rappresentano un nodo cruciale per la diffusione di questa cultura. Coinvolgere le istituzioni sportive, i luoghi di lavoro e le comunità residenziali è altrettanto importante per creare un ambiente sicuro e preparato a intervenire in caso di emergenza cardiaca.

La prevenzione primaria, attraverso visite mediche obbligatorie per chi pratica sport agonistico e fortemente consigliate per i dilettanti, è essenziale per identificare chi è a rischio aumentato di arresto cardiaco.

Tuttavia, se l’arresto cardiaco si verifica, è vitale riconoscerlo e gestirlo immediatamente secondo le indicazioni mediche consolidate.

Come sempre EMD112 intende dare il proprio contributo alla diffusione di messaggi rivolti alla cardioprotezione e sensibilizzazione verso i cittadini, come in questo caso.
Solo con un impegno collettivo possiamo sperare di ridurre il numero di morti evitabili e rendere le nostre comunità più sicure.

Fonte: https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=121634

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