Skuola.net ha chiesto a IRC (Italian Resuscitation Council) di rispondere ad alcune domande che qualsiasi studente si porrebbe se si trovasse nella situazione di dover soccorrere una persona colpita da arresto cardiaco. Di seguito, quindi, vengono elencate le 10 cose da tenere a mente quando si deve gestire una situazione del genere.
Se un nostro amico cade improvvisamente a terra privo di sensi occorre innanzitutto assicurarsi che l’ambiente in cui ci si trova sia al sicuro: la pericolosità, difatti, è la sola circostanza che ci autorizza a spostare una persona incosciente. Una volta accertata la sicurezza, occorre posizionarsi di fianco alla persona svenuta e chiamarla a voce alta scuotendola leggermente dalle spalle.
Se chiamando e scuotendo leggermente la persona priva di sensi si sveglia o reagisce, non è un arresto cardiaco. Se rimane incosciente, ma respira normalmente, non è un arresto cardiaco ma potrebbe essere un altro problema serio: occorre pertanto chiamare il 118/112.
Se la persona non è cosciente, bisogna allineare il corpo su un piano rigido, come il pavimento. Successivamente, occorre scoprire il torace per vedere se esso si muove oppure no. Per farlo, è necessario piegare la testa della vittima all’indietro e sollevarle il mento appoggiando la vostra mano sulla fronte e due dita dell’altra sotto il mento. Per controllare in maniera accurata se la vittima del malore respira oppure no, è necessario avvicinare il proprio orecchio alla bocca e al naso della persona incosciente per non più di 10 secondi. Se non si sente alcun respiro o se ne sentono al massimo 2, vuol dire che la vittima non respira in maniera normale.
Per valutare in maniera corretta la situazione e per poter eseguire le manovre di rianimazione cardio-polmonare è necessario mettere la persona incosciente in posizione supina, con gli arti allineati al corpo.
Se il paziente non respira normalmente è stato colpito da arresto cardiaco. Il tempo è prezioso e bisogna intervenire quanto prima: chiamate il 118/112 ed iniziare quanto prima le manovre di rianimazione cardio-polmonare.
Occorre posizionare le proprie mani al centro del torace della vittima e, mantenendo le braccia tese, occorre premere verso il basso. È necessario premere sul torace della persona in arresto cardiaco in maniera rapida e veloce, permettendo, però, al torace di tornare nella posizione di partenza tra una compressione e l’altra, senza fermarsi, possibilmente.
L’unico strumento in grado di ripristinare una frequenza cardiaca normale nel cuore del paziente è il defibrillatore. Pertanto, occorre continuare la rianimazione cardio-polmonare fino all’arrivo dei soccorsi professionali o fino all’arrivo di un defibrillatore DAE automatico esterno.
Se si è in grado di farlo, dopo una serie di 30 compressioni toraciche è possibile eseguire 2 ventilazioni polmonari. Per farlo, occorre chiudere il naso della vittima e aprire leggermente la bocca della vittima mantenendole il mento sollevato. Posizionare le proprie labbra su quelle del paziente. Se il torace si solleva, la ventilazione è efficace. Non interrompere le compressioni toraciche per più di 10 secondi per erogare le due ventilazioni.
È molto improbabile che accada, ma se la persona dovesse muoversi o svegliarsi, occorre fermarsi.
In questo caso è opportuno continuare le manovre di rianimazione cardio-polmonare e occorre chiamare nuovamente il 118/112, chiedendo aiuto.
Fonte: http://www.corriereadriatico.it/attualita/malore_classe-1983271.html
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