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L’arresto cardiaco improvviso necessita di defibrillatore semiautomatico ed un rapido soccorso

Si stima che siano oltre  15.000.000 gli Italiani a rischio di un arresto cardiaco improvviso: obesi, ipertesi, cardiopatici, diabetici, persone che hanno effettuato interventi al cuore, sindrome del QT lungo, anomalia delle valvole cardiache, cardiomiopatia dilatativa, coronaropatie, anomalie congenite del cuore,  etc…

Solo intervenendo entro i primi 3-5 minuti i casi di successo sui ritmi cardiaci defibrillabili hanno buone percentuali di ripristino, dal 5° minuto le possibilità di esito positivo calano del 10% ogni minuto, esaurendosi dopo il 10 minuto. Difficilmente i soccorritori esterni (personale 118, volontari soccorritori delle varie associazioni ANPAS, etc..) riescono ad essere sul posto entro i primi 3-5 minuti, è pertanto fondamentale che nei luoghi siano già presenti defibrillatori semiautomatici e personale formato all’utilizzo, ed un rapido intervento.

Da un report pubblico dei Vigili del Fuoco http://www.vigilfuoco.it/allegati/biblioteca/IncendiInItalia2007-2011.pdf , risulta che nel 2007 i decessi per incendi ed esplosioni sono stati 151, di cui 127 solo per incendi (ai quali si aggiungono 543 feriti). I dati riportati sono obsoleti, si riferiscono a circa 8 anni fa; tuttavia consentono di comprendere gli ordini di grandezza delle morti per incendi per poter fare un confronto con le morti per arresto cardiaco.

 

 

Il grafico sottostante mostra la ripartizione in funzione del luogo dove si è verificato l’evento:

I decessi per arresto cardiaco si posizionano su una scala decisamente differente, le stime più recenti parlano di circa 60.000 arresti cardiaci in Italia.
Di questi 60.000, con la presenza di un defibrillatore nelle vicinanze ed un pronto intervento su arresti cardiaci con ritmi defibrillabili eseguito nei primi 3-5 minuti dall’evento, nel 65-70% possono essere salvate nelle vite.
Fate una prova: uscite di casa, nella vostra vita quotidiana in cerca di estintori e defibrillatori: scuola, negozi, centri commerciali, parchi e luoghi pubblici, industrie e luoghi di lavoro, centri sportivi.
Quanti estintori avete visto? Quanti defibrillatori avete visto?

In particolare il 2% dei decessi per esplosioni ed incendi sono stati restrati in esercizi commerciali ed il 16% in industrie, luoghi dove siamo abituati a trovare estintori (giustamente), nonostante il 63% delle situazioni avvengano nelle abitazioni; nel caso di arresto cardiaco  nell‘84% dei casi avviene fuori casa, e con ordini di grandezza decisamente maggiori.

Mentre la cultura degli incendi è piuttosto avanzata e trova una applicazione reale in seguito alla normativa vigente nelle aziende e negozi, la cultura della cardio-protezione è ancora agli albori, anche se negli ultimi anni e soprattutto mesi, si sta registrando una consapevolezza maggiore.
Ad oggi abbiamo ancora due grossi vuoti: culturale e normativo, profondamente connessi tra loro.

Possiamo fare qualche cosa in più. E’ necessario essere informati in materia di cardio-protezione, è importante avere un defibrillatore sempre vicino e saperlo utilizzare, è importante investire in apparecchi salvavita in modo adeguato in funzione di ambiente ed utilizzo.

 

 

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