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Dai due mani al cuore, corso di formazione BLSD a 1200 studenti di Brescia

L’iniziativa “Dai due mani al cuore” si è svolta sabato 30 marzo ed ha visto 1200 ragazzi impegnati nel progetto di formazione RCP e BLSD.

l corso era rivolto esclusivamente ai ragazzi appartenenti alle scuole superiori della Provincia di Brescia, di età compresa tra i 17 e i 18 anni, che sabato 30 marzo al PalaLeonessa saranno abilitati con test pratico alla presenza di istruttori competenti di diverse realtà e appartenenti ai quattro Cefra (Centri di formazione regionale).

L’obiettivo del progetto era di formare un gran numero di persone (parliamo appunto di Mass Training) in merito alle manovre RCP (Rianimazione Cardio Polmonare) e BLSD (Basic Life Support Defibrillator).

L’organizzazione dell’evento è stata possibile grazie all’AAT 118 di Brescia, ad AREU, al Comune di Brescia, all’Associazione Comuni Bresciani e all’Ufficio scolastico provinciale.

A presentare l’iniziativa l’Assessore alla Protezione Civile del Comune di Brescia Valter Muchetti, il responsabile progetto regionale defibrillazione precoce Dottor Guido Villa, il Direttore dell’Acb Veronica Zampedrini, la Direttrice dell’AAT 118 Brescia Dottoressa Giovanna Perone e il coordinatore regionale progetti Pad, infermiere Salvatore Compatti, il CEO di MED112 Simone Madiai.

La durata complessiva del corso di formazione è stata di 5 ore, di cui 1 ora circa di teoria in aula presso gli Istituti scolastici, mentre e le restanti 4 ore sono di addestramento pratico.
A conclusione del corso, gli studenti hanno sostenuto un esame finale di sola pratica.

Ogni anno, in Italia, circa 60.000 cittadini muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco (ACC), 1 ogni 1000 cittadini, circa 7 ogni ora, a insorgenza spesso talmente improvvisa da non essere preceduto da alcun sintomo, colpendo senza distinzione di genere o età.

Le possibilità di prevenire questo danno dipendono dalla rapidità e dall’efficacia delle procedure di soccorso riassumibili nella corretta applicazione della Catena della Sopravvivenza.

E’ essenziale che le prime manovre di soccorso, in primo luogo le Compressioni Toraciche Esterne (massaggio cardiaco), siano eseguite il prima possibile anche da parte di personale non sanitario (laico) perché rappresentano uno dei principali elementi che favoriscono la sopravvivenza di una persona colpita da ACC.

E’ assolutamente necessario che le tecniche di base di rianimazione cardiopolmonare diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa, e che sia tempestivamente disponibile un Defibrillatore al fine di non spezzare la sequenza di interventi delineati nella “Catena della Sopravvivenza”.

Ha commentato l’assessore Muchetti: Con questa iniziativa si innesta sempre più l’attenzione alla prevenzione, per cui è necessario un lavoro in sinergia, così da essere efficaci e interessare i giovani (diciassettenni e diciottenni) che si affacciano al futuro con queste importanti nozioni, sensibilizzandoli magari anche ad avvicinarsi al mondo del volontariato. Grazie a tutti coloro che hanno dato il proprio contributo, sponsor compresi, per la realizzazione di questo progetto”.

Il responsabile del progetto regionale defibrillazione precoce dottor Guido Villa ha poi aggiunto “E’ un onore essere presente a queste iniziative messe in campo dalla AAT 118 Brescia che si prodiga per attività che hanno permesso a questa città di essere estremamente attiva su questa tematica. – ha commentato il dottor Villa – E’ fondamentale diffondere la cultura della prevenzione ma anche della prima cura nell’anello della sopravvivenza ed è per questo che abbiamo dato sin da subito il nostro patrocinio. I giovani che saranno i cittadini di domani saranno preparati culturalmente a far fronte a questa problematica sanitaria”.
A seguire la parola è passata alla dottoressa Zampedrini dell’Acb, associazione comuni bresciani:
“Ho fatto una sola cosa: crederci.  Devo ringraziare tutti coloro che ci supportano, in particolare modo per il Comune di Brescia, la dottoressa Elsa Boemi e l’assessore, a seguire gli insegnanti, i ragazzi e i volontari del soccorso e della Protezione Civile, i rappresentanti Ari. Come sostiene il nostro presidente Gabriele Zanni, dei gesti elementari possono salvare una vita senza essere dei sanitari, queste manovre praticate tempestivamente prima dell’arrivo dei soccorsi, con l’ausilio dei defibrillatori, portano a risultati positivi”.

Infine, l’intervento dei sanitari la Dottoressa Perone e il coordinatore Pad Compatti che hanno presentato lo svolgimento della mattinata del prossimo sabato: “Il grazie va a tutta la AAT di Brescia per aver reso possibile tutto questo, non da meno i quattro Cefra, che hanno fornito 200 istruttori, per questa occasione formativa, e a tutti gli sponsor che hanno sostenuto con il loro contributo l’iniziativa” ha sottolineato la dottoressa Perone. Un lavoro complesso reso possibile dalla sinergia con gli insegnanti. Un progetto che coinvolge sia il mondo dello sport che della scuola, allo stesso tempo offrendo formazione alla prevenzione. Dopo il corso teorico sabato i ragazzi affronteranno un percorso tecnico-pratico con gli istruttori che li porterà all’abilitazione a praticare la rianimazione cardio-polmonare e a utilizzare il defibrillatore. Una certificazione importante riconosciuta su tutto il territorio nazionale”.

EMD112 ha portato l’attenzione sul fatto che è bene formarsi con differenti defibrillatori da addestramento, perché non tutti i dae sono uguali, come tecnologia e capacità salvavita. Sappiamo ad esempio, che un istruttore trovandosi ad usare per la prima volta una defibrillatore Physio-Control, al comando vocale “analisi in corso, proseguire con le manovre RCP” l’istruttore ha pensato ad un mal funzionamento del DAE, sostituendolo con altro modello. In realtà il LIFEPAK CR2 consente di effettuare le manovre RCP anche durante l’analisi del defibrillatore (con grande effetto sulle capacità di salvataggio). Queste situazioni non si devono verificare, a breve scriveremo un post dedicato.

 1200 ragazzi formati da circa 200 istruttori BLSD provenienti da varie associazioni, un grande entusiasmo e la consapevolezza che quanto appreso ha un grande valore, il potenziale di poter salvare una vita, senza essere supereroi, solo con 5 ore di formazione orientate alle manovre RCP/BLSD.

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